Tempo di pagelle scolastiche e valutazioni
Le pagelle del primo quadrimestre rappresentano un primo passaggio nelle valutazioni delle scuole tradizionali, dove gli alunni più meritevoli sono felici di mostrare ai genitori (soddisfatti) i loro bei voti, gli alunni cosiddetti “medi” sono mediamente contenti di mostrare ai loro genitori che hanno largamente superato la sufficienza mentre quelli che hanno problemi, che sono stati particolarmente disattenti o non interessati abbassano la testa di fronte a genitori visibilmente delusi.
Senza parlare della competitività che e’ purtroppo innata fra i genitori, il momento rappresenta comunque uno step oltre il quale e’ necessario un miglioramento. Grandi aspettative nei genitori e desiderio nei bambini di non deluderli. Dovremmo chiederci se una valutazione numerica può categorizzare un approccio al sapere da parte di un alunno? Non e’ troppo semplice quantificare il suo rendimento scolastico in base a dei semplici numeri?
In che modo l’insegnante valuta la capacità di apprendimento e di comportamento di un alunno? E’ in grado di trasformare un’impressione, un’idea in un numero? Riprendiamo quindi i valori del sistema scolastico islandese, dove la scuola dell’obbligo ha recentemente adottato un sistema di valutazione (chiamato in madrelingua “Frammistöðumat” – mat = valutare eframmistaða = processo) che tiene conto, non solo del rendimento scolastico dal punto di vista cognitivo, cioè quanto imparano gli alunni e quali sono i voti che meglio rappresentano il loro grado di apprendimento, ma anche un metodo che tenga conto dell’atteggiamento che l’alunno assume nei confronti della scuola nel suo complesso. Per esempio se un alunno ha sempre avuto la media del nove perchè è un ragazzo sveglio, ma non si impegna nella collaborazione con gli altri alunni, dimostra di essere disinteressato o assume comportamenti non idonei alla convivenza, gli insegnanti valuteranno il suo successo e il suo apprendimento anche in base al suo comportamento.
Riportiamo le parole del Professor Elliot W. Eisner (1933-2014):
LA VALUTAZIONE DEVE ESSERE QUALITATIVA, CONTINUA, FORMATIVA, DELIBERATIVA, ILLUMINATIVA. L’INSEGNANTE È UN INVESTIGATORE DELL’AZIONE CHE ELABORA, DISEGNA E RIFLETTE SULLA PROPRIA PRATICA-ESPERIENZA. È UN ARTISTA DEL DISEGNO E DELLO SVILUPPO CURRICOLARE. È MEDIATORE DEL CURRICOLO, NEL RACCORDARE LA CULTURA DEL GRUPPO SOCIALE E LA CULTURA DELLA SCUOLA (ELLIOT, 1990)
Secondo Eisner bisogna quindi usare un approccio artistico nella valutazione che dia spazio all’elasticità e alle pluri-tipologie d’espressione dell’alunno che non siano cioè solo la prova scritta o l’orale.
Secondo questa indicazione, esaminiamo un diverso tipo di approccio, il nostro Documento di Valutazione del rendimento dello Studente: alla International Experiential School ogni mese i ragazzi vengono valutati con un punteggio che va da 0 a 5 stelle su aspetti del comportamento scolastico che sono, a nostro avviso, prioritari. Si tratta di un sistema di valutazione frutto di anni di studio ed esperienze sul campo.
L’impegno e’ sicuramente un parametro fondamentale nel comprendere se un alunno vuole veramente apprendere, cosi’ come la costanza. Alla IES School inoltre teniamo particolarmente alla capacita’ di lavoro in TEAM, quell’attitudine a generare sinergie tipica di un gruppo costruttivo e proattivo.
Spendiamo ancora due parole sul rispetto, parola che purtroppo non e’ più di moda, pare che veramente non ci sia più rispetto per nessuno, mentre al contrario, il concetto di rispettare gli altri, aiuta i giovani a capire che le persone meritano rispetto e a quanto e’ importante suscitare negli altri il rispetto. A questo proposito dovremmo aprire un dibattito sul disagio del bullismo, ma per questo vi rimandiamo ad un’altra puntata…
Vogliamo inoltre pensare a quali sono stati gli insegnamenti che noi genitori abbiamo ricevuto in materia di capacita’ comunicativa? Qualcuno ci ha spiegato correttamente cosa significa una comunicazione efficace e quanto e’ importante nella vita privata e nel lavoro?
In quest’epoca di cambiamenti cosi’ profondi, mettiamo il nostro mattoncino per costruire un futuro un po’ più “umano” per i nostri figli.